lunedì 1 dicembre 2008

RASSEGNA STAMPA Spettacolo "First Life" su Torino Sette

Web mistress

Io e il teatro stiamo agli antipodi. Tutta quell'umanità, persone che si muovono sulla scena e neanche un pad per manovrarle, un telecomando per fare un «avanzamento veloce», è una situazione che, decisamente, mi confonde. Così quando mi sono seduta per assistere alla prima di «First Life» ero sì molto incuriosita, ma anche assai prevenuta. E invece…«First Life», prodotto dal teatro regionale Alessandrino, resterà in scena al CineTeatro Baretti, via Baretti 4, Torino, fino a domenica 30 novembre, ed è un modo davvero singolare per entrare in una chat in modalità carnale/offline. First Life entra in contrapposizione al mondo di «Second Life», riveste gli avatar di carne dando voce ai loro desideri, spezzando il labile filo tra fantasia virtuale e richiesta reale. Nella rappresentazione la realtà e il mondo dietro lo schermo si confondono per dare vita ad un unicum, un'unica «prima vita» nella quale i sette personaggi sono «autori» di se stessi. Un ribollire di voglia di superare le delusioni, speranza di essere accettati, bisogni erotici compulsivi. Una ricerca senza obiettivi né dentro né fuori lo schermo.Il gioco del corteggiamento, un erotic game verboso e paranoico come solo in chat può esserlo, è l'evidenziatore che marca le relazioni. I personaggi, caricatura dell'avatar che si sono costruiti, assuefatti dallo strumento scelto, si connettono nel tentativo di superare l'imbarazzo di un corpo e di un contatto reale. Anonimi, velati da un nick, si proiettano in pseudo relazioni probabili un «altrove» più attraente della realtà.Le relazioni, costantemente minate da repentini disguidi tecnici, cadute di connessione, perdita di velocità o di trasmissione, si interrompono bruscamente per poi riprendere, interferire ed estendersi (forse) nella dimensione reale. In questo gioco della «prima vita» mi ha colpito l'assenza, quasi totale, di scenografia virtuale, nessuna proiezione di avatar o mondi sintetici, nessun personal computer o macchina iperbolica. Una luce fissa, esasperata, sull'avatar-uomo-attore che rifiuta la sua carnalità e in questo la ribadisce ogni volta che accede alla chat.

ALESSANDRA C .

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